Paolo Sèstito, Editoriale – Piante Grasse 42:4 (2022)
Un caro saluto a tutti i soci.
Come anziano dell’AIAS (iscritto dal 1986) dedico questo editoriale alle attività associative e, più precisamente, alla ricerca di una più ampia partecipazione ad esse.
Come ottenere questo obiettivo? Ricordando due punti che caratterizzavano questa associazione:
- La sua capacità di organizzare eventi molto importanti con la presenza di ricercatori e relatori internazionali di elevato spessore scientifico (J. Pilbeam, N. Taylor, D. Zappi, S. Collenette, J. Lavranos, A. Butler e altri) con una grande adesione di partecipanti, istituzioni, orti botanici (Roma e Viterbo) e altre associazioni.
- La grande forza che scaturiva non soltanto dalle persone che ne facevano parte, alcune delle quali ci hanno lasciato dopo aver dato un contributo importante allo sviluppo dell’AIAS (il prof. Giancarlo Sleiter e i soci Paolo D’Annibale e Luigi Canestrelli), ma anche dal dibattito, dal confronto e dallo scambio di informazioni stimolato dal direttivo durante gli incontri periodici, fondamentali e determinanti per creare le basi anche di solide amicizie.
Oggi credo che tutto questo possa essere ancora perseguibile, nonostante si viva in tempi difficili tra guerre e pandemie. Ritengo infatti che lo scopo di un’associazione sia creare e consolidare i rapporti tra i soci basandosi sull’amore per le succulente.
A tal fine il nuovo direttivo si sta impegnando molto, ottenendo una maggiore visibilità a livello nazionale; noi tutti dovremmo sostenerlo partecipando più attivamente alla vita associativa. Dovremmo condividere maggiormente le nostre passioni succulente, non solo sui social o con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione, ma anche cercando di instaurare un rapporto umano diretto, che permetta di parlare e ascoltare gli altri guardandoli negli occhi, creando così un legame tra la gente, una cosa che non ha rivali.
Vi ringrazio e vi saluto affettuosamente.
Paolo Sèstito