Marco Cristini, Editoriale – Piante Grasse 44:3 (2024)
L’AIAS ha una triplice missione. Anzitutto favorisce l’incontro e lo scambio di esperienze tra tutti coloro che si dedicano alla coltivazione di succulente, in modo tanto amatoriale quanto professionale. Poi si propone di sensibilizzare i soci riguardo alla protezione delle specie minacciate e degli habitat più fragili, che devono essere visitati in modo ecologicamente sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Infine incoraggia lo studio scientifico di ogni aspetto del mondo delle succulente. Quest’ultimo ambito dell’attività associativa, principalmente affidato alla rivista Piante Grasse, non va inteso come ancillare rispetto agli altri due, in quanto è senza dubbio vero che per molti di noi la coltivazione o i viaggi in habitat rappresentano la parte di gran lunga più rilevante della nostra passione, ma senza l’accesso a quel patrimonio di conoscenze che i nostri predecessori hanno accumulato con fatica nel corso di decenni – in qualche caso perfino di secoli – qualsiasi forma di progresso risulterebbe impossibile. Basti pensare alle novità che periodicamente si affacciano sul mercato: per affermare che si tratta di una nuova specie bisogna conoscere gli altri taxa di quel genere, la loro distribuzione geografica e idealmente anche i loro rapporti filogenetici; se è un ibrido, occorrerebbe essere ragionevolmente certi che qualcuno non l’abbia già creato e che la nuova pianta rappresenti davvero una succulenta meritevole di essere diffusa. Lo stesso vale per la coltivazione: chi lascerebbe al gelo un proprio esemplare per testare la sua resistenza al freddo, quando disponiamo di libri e articoli nei quali si può reperire agevolmente questa informazione?
Bernardo di Chartres, un filosofo medievale, scriveva che “siamo nani sulle spalle di giganti” ed è difficile non dargli ragione quando si leggono i resoconti delle esplorazioni botaniche o delle semplici esperienze di coltivazione di chi per la prima volta ha reso famosa una qualunque delle specie oggi più comuni. Viaggi interminabili a dorso di mulo, appunti fortunosamente recuperati da torrenti in piena, pionieristiche propagazioni effettuate nelle serre vittoriane, disperati tentativi di salvare le piante sopravvissute a un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale: se sappiamo dove cercare e come coltivare molte succulente, lo dobbiamo anche ai ‘giganti’ del passato che hanno condiviso la nostra stessa passione.
Perché il legame con coloro che ci hanno preceduto non si spezzi, tuttavia, è necessario avere accesso a quanto hanno scritto. Piante Grasse, con i suoi articoli e i suoi reportage, rappresenta la principale risorsa per i soci AIAS, ma in alcuni casi è necessario scavare più in profondità e rivolgersi ad altre riviste o a monografie specializzate, spesso di difficile reperibilità. Per questo fin dalla sua fondazione l’AIAS ha cercato di mettere a disposizione dei propri membri una biblioteca con le principali pubblicazioni nazionali e internazionali sulle succulente. A causa di varie vicissitudini, nel corso dei decenni gran parte del patrimonio librario è finito disperso, ma ora grazie alla generosità di alcuni soci è stato possibile ricreare un primo nucleo della biblioteca, che a partire dall’inizio del 2025 sarà nuovamente consultabile da parte dei soci. Lasciando i dettagli dell’iniziativa al prossimo fascicolo, vorrei concludere queste brevi righe esortando i soci che vorrebbero disfarsi di libri o riviste sulle succulente a donarli all’AIAS e le sezioni regionali a comunicare le pubblicazioni attualmente in loro possesso, in modo che la biblioteca dell’Associazione possa arricchirsi ulteriormente. Solo così saremo in grado non solo di sedere sulle spalle dei giganti, ma anche di conversare con loro.
Marco Cristini