Editoriale, Marco Cristini – Piante Grasse 43:2 (2023)
Quando nel 1979 un piccolo gruppo di succulentofili italiani si riunì per fondare l’AIAS, la rivoluzione informatica era agli albori e internet non esisteva ancora. Il principale problema che i padri fondatori dell’Associazione si trovarono ad affrontare consisteva nel reperire un sistema che permettesse loro di condividere informazioni, esperienze di coltivazione, notizie e opportunità. Così nel 1980 uscì il numero zero del Bollettino AIAS, seguito dal primo numero di Piante Grasse l’anno seguente. Nell’arco dei successivi quattro decenni le modalità di trasmissione e condivisione del sapere hanno subito modifiche forse più radicali di quelle verificatesi nei quattro secoli precedenti, ma Piante Grasse è sempre rimasto un punto di riferimento per gli italiani che si interessano di succulente.
Sarebbe ingenuo negare l’esistenza di un’inevitabile rivalità tra i nuovi mezzi di comunicazione digitali e la carta stampata, tuttavia è bene soffermarsi anche sulle opportunità che la transizione tecnologica offre, spesso messe in secondo piano da una narrativa che tende a indugiare sui bei tempi andati dimenticando gli indubbi vantaggi delle nuove tecnologie. Per fare un esempio, ritorniamo per un momento al ‘bollettino zero’ dell’AIAS. Oggi sono pochi ‒ temo ‒ coloro che possiedono questo documento in originale e rintracciarlo nelle biblioteche pubbliche risulta pressoché impossibile, ma grazie al nuovo sito-web di Piante Grasse (www.aias.info), attivo da un paio di anni, tutti possono scaricare gratuitamente la scansione integrale del bollettino dalla sezione ‘Numeri Storici’. Nel corso degli ultimi anni è stata infatti portata avanti la digitalizzazione dei fascicoli di Piante Grasse, un’impresa che sarebbe stata impensabile senza la fattiva collaborazione di diversi soci, che vorrei ringraziare ancora una volta. Sul sito sono disponibili le annate fino all’anno 2000.
Le nuove tecnologie permettono anche di fare ricerche con una rapidità che sarebbe apparsa incredibile ai nostri predecessori. Infatti è possibile cercare una parola o il nome di una specie all’interno di ogni fascicolo digitalizzato di Piante Grasse, o trascriverne ampi estratti. In questo modo le esperienze faticosamente accumulate da chi ci ha preceduto sono ora a disposizione di tutti. Il nuovo sito include inoltre una rassegna dei principali libri pubblicati dall’AIAS nel corso della sua storia, molti dei quali sono ancora disponibili e possono essere acquistati dai soci a prezzi scontati.
Volgendo lo sguardo dal passato al futuro, il sito internet della rivista ospita anche una breve sinossi degli articoli in corso di stampa, con qualche settimana di anticipo rispetto all’arrivo del corrispondente fascicolo. Questi abstract sono redatti in italiano e in inglese, così da offrire agli appassionati stranieri una visione d’insieme dei contenuti della rivista. Inoltre ciascun articolo è associato a una o più categorie (ad esempio ‘reportage di viaggio’ o ‘esperienze di coltivazione’). Basta un click su queste parole-chiave e compare un elenco di articoli simili, che può invogliarci a riprendere in mano i fascicoli degli ultimi anni. In questa complementarità tra analogico e digitale si manifesta il vero punto di forza delle nuove tecnologie, che non devono essere un surrogato del mondo reale, ma aiutarci a coglierne in modo più rapido e razionale le mille sfaccettature.